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Linee guida sulla sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterni negli stabilimenti a RIR

Linee guida sulla sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterni negli stabilimenti a RIR

04.02.2019
Linee guida sulla sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterni negli stabilimenti a RIR

Il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato sul proprio sito la linea guida: “Indirizzi per la sperimentazione dei Piani di Emergenza Esterna degli stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi dell’art. 21 del D.Lgs.105/2015”.

Il documento, predisposto da un Gruppo di lavoro coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, ha l’obiettivo di fornire un supporto operativo alle Prefetture e agli altri soggetti competenti rispetto all’attuazione del PEE ai fini dell’efficace sperimentazione del Piano di Emergenza Esterna, previsti dall’art. 21, comma 6, del sopraccitato decreto.

L’art. 21 del Decreto legislativo 105/15 stabilisce infatti che il PEE debba essere riesaminato, sperimentato e, se necessario, aggiornato ad intervalli appropriati e, comunque, non superiori a tre anni.
La sperimentazione deve permettere di verificare se l’attivazione del PEE consenta il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’art.21 del D.Lgs. n.105/2015, quali:
• controllare e circoscrivere gli incidenti in modo da minimizzarne gli effetti e limitarne i danni per la salute umana, per l’ambiente e per i beni;
• mettere in atto le misure necessarie per proteggere la salute umana e l’ambiente dalle conseguenze di incidenti rilevanti, in particolare mediante la cooperazione rafforzata negli interventi di soccorso con l’organizzazione di protezione civile;
• informare adeguatamente la popolazione, i servizi di emergenza e le autorità locali competenti;
• provvedere, sulla base delle disposizioni vigenti, al ripristino ed al disinquinamento dell’ambiente dopo un incidente rilevante.

A tal fine la Guida in oggetto indica le diverse tipologie di esercitazioni che possono essere messe in atto, specifica gli obiettivi di una esercitazione e i criteri per pianificare e programmare le esercitazioni sui PEE.

Tale esercitazioni sono identificate in 4 livelli, da A a C, con complessità crescente, in particolare:
• Livello A – per posti di comando (tipo Table Top) parziale: consente il confronto sulle procedure di intervento dei singoli enti e strutture, di testare il flusso delle comunicazioni per l’attivazione del PEE ed altri obiettivi quali, ad esempio, l’attivazione simulata di procedure di intervento specifiche;
• Livello B – per posti di comando (tipo Table Top) completa: i partecipanti dovranno simulare, all’interno di un centro operativo in stato di attivazione (es.: mediante convocazione del CCS), il flusso delle comunicazioni tra strutture/enti, l’attivazione di tutte le procedure dei singoli enti e strutture del modello di intervento previsto dal piano, attuando a tavolino un impiego coordinato delle risorse in emergenza, con lo scopo di verificare le tempistiche di attivazione e le criticità connesse all’attivazione.
• Livello C – per prove di soccorso singole/congiunte: oltre alle attività previste nel livello B, è prevista l’effettuazione di azioni reali riferite ad alcune procedure di intervento previste dal piano per gli stati di attenzione, preallarme, allarme-emergenza, cessato allarme, con il coinvolgimento dei soccorritori e delle relative sale operative;
• Livello D – su scala reale (tipo full scale): in questo caso, oltre a quanto previsto nella esercitazione di tipo table top (tipo A e B) e in quella per prove di soccorso singole/congiunte (tipo C), vengono effettuate azioni reali sul territorio per tutte le procedure di intervento previste dal piano, compreso l’eventuale coinvolgimento della popolazione.

Nei diversi Allegati della Guida sono riportate le Check List per le diverse tipologie di esercitazioni ma anche lo Schema di Documento di Impianto e la Matrice dei ruoli per le diverse fasi della Esercitazione.

Settore Formazione del Comitato Tecnico Professionale GPL – Milano

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