Quali costi per la sicurezza sono da inserire negli appalti? Dipende se l’appalto è di lavori pubblici o privati.
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Cogliamo l’occasione della recente Sentenza n.5421 del Consiglio di Stato (CONSIGLIO DI STATO, SEZ. III, sentenza 3 ottobre 2011 n.5421 – Pres. Lignani, Est. Cacace – La Pulitutto & La Cefil 2 srl (Avv.ti Rossi e Corda) c. A.S.L. n. 6 di Sanluri (Avv. Ricciardi) (annulla T.A.R. Sardegna, Sez. I, n.132 del2011) per specificare quali costi per la sicurezza devono essere obbligatoriamente inseriti nei contratti di appalto.
Nel caso di contratti stipulati tra contraenti privati, per appalti al di fuori da attività comprese nel Titolo IV del D.Lgs. 81/08 (“Cantieri temporanei o mobili”), bisogna fare riferimento alle indicazioni espresse dall’art. 26, comma 5 del medesimo TU per la sicurezza (e s.m.i.) il quale recita testualmente: “Nei singoli contratti di subappalto, di appalto e di somministrazione, anche qualora in essere al momento della data di entrata in vigore del presente decreto, di cui agli articoli 1559, ad esclusione dei contratti di somministrazione di beni e servizi essenziali, 1655, 1656 e 1677 del codice civile, devono essere specificamente indicati a pena di nullità ai sensi dell’articolo 1418 del codice civile i costi delle misure adottate per eliminare o, ove ciò non sia possibile, ridurre al minimo i rischi in materia di salute e sicurezza sul lavoro derivanti dalle interferenze delle lavorazioni. I costi di cui al primo periodo non sono soggetti a ribasso. ……..”
Dall’art. 26, comma 5 si evince quindi che i costi da riportare (nel DUVRI) sono essenzialmente i cosiddetti “costi interferenziali”, cioè i costi legati alle misure/attività/operazioni per l’annullamento delle interferenze tra le diverse attività nell’ambito dell’appalto: i quali spesso si possono configurare come la massima parte dei costi di sicurezza complessivi, quindi l’indicazione del legislatore di esprimere solo i costi interferenziali non deve apparire limitativa.
Nel caso di appalti di lavori pubblici, invece, così come indicato dall’art. 86 del D.Lgs. 163/06 e anche dalla sentenza in oggetto vale obbligo per le aziende concorrenti di indicare in sede di offerta i costi della sicurezza (diversi da quelli risultanti dall’analisi posta in essere in sede di DUVRI, quindi i “costi interferenziali”) afferenti all’attività svolta da parte di ciascuna impresa.
Mediante il D.Lgs. 163/06 e la sopraccitata sentenza del Consiglio di Stato si intende quindi rimarcare dl’obbligo di espressione dei costi complessivi per la promozione della sicurezza aziendale, non solo quelli direttamente legati alla gestione delle interferenze sull’appalto: si fa riferimento, ad esempio, ai costi collegati alla formazione e all’addestramento dei lavoratori, o alle attività gestionali poste in essere dall’azienda per la tutela della salute sicurezza sul luogo di lavoro.
Qui il link per la consultazione della sentenza.
Il Settore Formazione del Comitato Tecnico Professionale GPL – Milano